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domenica 25 maggio 2014

La mia casa, la mia cucina.



Abito nel quartiere Prati a Roma da sempre,  in quelle che una volta erano le case popolari  oggi richiestissime. Quando ero piccola il muro delle scale per salire  ai piani era consumato  e annerito in più punti perché  i bambini ogni volta  ci  appoggiavano le mani perchè mentre salivano  erano soliti farci  scorrere  sopra  le dita  per sentire le impurità e godere della sensazione. Oggi i bambini non lo toccano più e il muro è molto meno segnato.
La mia casa ha un bel cortile interno, dove affacciano le finestre di  tutte le altre case. Ci conosciamo. Talvolta vedo i vicini  che fanno colazione o che preparano la cena.  Dalle mie finestre  quando verso sera entra la luce  del tramonto romano io  sento  di far parte dell’intero universo.  Il riflesso dorato sul muro è per me un regalo prezioso.

Ho ancora il tavolo che usavamo  quando vivevo con i miei fratelli. Un pezzo d’epoca molto  vissuto. Una pentola troppo calda un giorno ci lascò il suo segno rotondo   e da allora  è diventato un tavolo dove ci si può fare di tutto e nel tempo mi sono sentita a casa solo per il fatto che nel soggiorno c’era quel tavolo, che non chiedeva altro che  di essere usato. 


Lo uso per fare colazione con i miei figli e per il pranzo, per la cena tra noi  e per le serate con gli amici.  Appassionata del cibo e della sua trasformazione  la stanza che frequento di più però è la cucina,   mi pace fare acquisti  non resisto e compro ciotole, piatti e  bicchieri  che sistemo con ordine sulle mensole,  potrei passare ore nei negozi di articoli per la cucina senza annoiarmi. Ed è in  cucina che mi rilasso veramente   mi piace impastare  la farina con le uova e con il latte  per fare un dolce o biscotti. Cucinare  per me significa fare gesti e pensieri che lavorano in sinergia, ci sono  rumori che mi piacciono in modo particolare, per esempio lo sbattere della forchetta contro la terrina di porcellana. I bambini che seguono i miei laboratori mi guardano con attenzione quando eseguo questa operazione e  la ripetono con maestria degna di grandi Chef. 
Ed è per questo che oggi vi presento la ricetta del ciambellone di mia nonna.



*Ciambellone della mia  nonna*


Farina di manitoba 500 gr
Burro di normandia 250 gr
Lievito  per dolci - una bustina
Vaniglia - una bacca
Limoni biologici non trattati - la scorza di 2
Zucchero semolato fine 300 gr
Uova biologiche medie 5
Uvetta sultanina 50 gr
Sale un pizzico
Limoncello 50 ml
Latte fresco alta qualità  250 ml

Per imburrare lo stampo
Spruzzo abb di staccante o
Burro e farina q.b.

Per guarnire zucchero a velo

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