Abito nel quartiere Prati a Roma da sempre, in quelle che una volta erano le case
popolari oggi richiestissime. Quando ero
piccola il muro delle scale per salire ai piani era consumato e annerito in più punti perché i bambini ogni volta ci appoggiavano le mani perchè mentre salivano erano soliti farci scorrere
sopra le dita per sentire le impurità e godere della
sensazione. Oggi i bambini non lo toccano più e il muro è molto meno segnato.
La mia casa ha un bel cortile interno, dove
affacciano le finestre di tutte le altre
case. Ci conosciamo. Talvolta vedo i vicini
che fanno colazione o che preparano la cena. Dalle mie finestre quando verso sera entra la luce del tramonto romano io sento
di far parte dell’intero universo. Il riflesso dorato sul muro è per me un regalo
prezioso.
Ho ancora il tavolo che usavamo quando vivevo con i miei fratelli. Un pezzo d’epoca
molto vissuto. Una pentola troppo calda un
giorno ci lascò il suo segno rotondo e
da allora è diventato un tavolo dove ci
si può fare di tutto e nel tempo mi sono sentita a casa solo per il fatto che
nel soggiorno c’era quel tavolo, che non chiedeva altro che di essere usato.
Lo uso per fare colazione con
i miei figli e per il pranzo, per la cena tra noi e per le serate con gli amici. Appassionata del cibo e della sua trasformazione la stanza che frequento di più però è la cucina,
mi pace fare acquisti non resisto e compro ciotole, piatti e bicchieri che sistemo con ordine sulle mensole, potrei passare ore nei negozi di articoli per
la cucina senza annoiarmi. Ed è in cucina che mi rilasso
veramente mi piace impastare la farina con le uova e con il latte per fare un dolce o biscotti. Cucinare per me significa fare gesti e pensieri che lavorano
in sinergia, ci sono rumori che mi
piacciono in modo particolare, per esempio lo sbattere della forchetta contro
la terrina di porcellana. I bambini che seguono i miei laboratori mi guardano
con attenzione quando eseguo questa operazione e la ripetono con maestria degna di grandi Chef.
Ed è per questo che oggi vi presento la ricetta del ciambellone di mia nonna.
*Ciambellone della mia nonna*
Farina di manitoba 500 gr
Burro di normandia 250 gr
Lievito per dolci - una bustina
Vaniglia - una bacca
Limoni biologici non trattati - la scorza di 2
Zucchero semolato fine 300 gr
Uova biologiche medie 5
Uvetta sultanina 50 gr
Sale un pizzico
Limoncello 50 ml
Latte fresco alta qualità 250 ml
Burro di normandia 250 gr
Lievito per dolci - una bustina
Vaniglia - una bacca
Limoni biologici non trattati - la scorza di 2
Zucchero semolato fine 300 gr
Uova biologiche medie 5
Uvetta sultanina 50 gr
Sale un pizzico
Limoncello 50 ml
Latte fresco alta qualità 250 ml
Per imburrare lo stampo
Spruzzo abb di staccante o
Burro e farina q.b.
Per guarnire zucchero a velo
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